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PADOVA LA CITTÀ DEI TRE SENZA… PIÙ UNO!

Aggiornamento: 7 dic 2022


Siete mai state a Padova? Vuoi conoscerne i segreti? Ecco quello che non sai su...




Secondo un detto popolare Padova è conosciuta come “la città dei tre senza”, per quale motivo?


Ecco i tre suoi soprannomi:

  • IL SANTO SENZA NOME

  • IL CAFFE’ SENZA PORTE

  • IL PRATO SENZA ERBA

Non mettiamo troppa carne al fuoco, andiamo con ordine!




PERCHE' E' CHIAMATA "SANTO SENZA NOME"?


La prima ragione per la quale questa città viene chiamata in questo modo è per la sua Basilica. Camminando per il centro di Padova, ti capiterà di sentire spesso la frase “Troviamoci al Santo” oppure “Andiamo al Santo” piuttosto che “andiamo alla Basilica di Sant’Antonio”. Questo perché, per gli abitanti del luogo, i Padovani per l’appunto, esiste un unico Santo per eccellenza, Sant’Antonio, e proprio per questo motivo utilizzano un nome comune per citarlo!


Piccola curiosità : Sant’Antonio era un frate francescano, originario da Lisbona. Visse gli ultimi suoi anni nella città di Padova fino alla sua morte; venne ben ricordato ed era soprattutto molto apprezzato dal popolo in quanto in continua lotta contro la corruzione, nonché sempre pronto a difendere e proteggere i più deboli.


Padova è nota anche come “Città del Santo”.



PERCHE' “CAFFE' SENZA PORTE”?


Sto per parlarvi di uno dei Bar più storici, e a dire il vero anche conosciuti, di tutta la città : Sua maestà, Caffè Pedrocchi!

Cos’ha di speciale questa caffetteria?! Per molto tempo è stata luogo di incontro di numerosi studenti, universitari, lavoratori, uomini politici e d’affari. Era aperta 24 su 24, 7 giorni su 7, letteralmente era un luogo senza nessuna recinzione, poteva accedervi chiunque perché senza porte, qualsiasi persona era libera di accedere, incontrarsi con chiunque e parlare delle più svariate questioni … ecco perché “Caffè senza porte”.


Piccola curiosità : Questa caffetteria ebbe un ruolo molto importante durante il Risorgimento in quanto si incontravano studenti e professori per organizzare delle sommosse contro il popolo austriaco, che volevano occupare la città; non a caso in una sala al piano terra della caffetteria(chiamata sala bianca) è ancora possibile notare un piccolo foro. Questo “buco” è un foro di un proiettile esploso durante l’anno 1848, in cui i popolani si scagliarono contro le forze austriache.

Caffè Pedrocchi era aperto 24/7 fino a che decisero di chiuderlo alla sera, in quanto le luci accese potevano diventare piccoli riferimenti pericolosi all’esercito austriaco.




PERCHE' “PRATO SENZA ERBA”?


Avete mai visto un prato senza Erba?

Ebbene sì, mi riferisco proprio a “Prato della Valle” !

Tutti noi oggi lo conosciamo come la seconda piazza più grande d’Europa ma non tutti sanno che in origine era una vasta zona paludosa, in cui gli unici protagonisti erano le acque stagnanti e gli insetti. Solo più tardi negli anni, Andrea Memmo – diplomatico veneziano – decise di riqualificare questa grande area trasformandola in una grande piazza, diventata poi il famoso “Prato della Valle”.


Piccola curiosità : Oggi questo prato ospita numerose bancarelle di frutta e verdura e non solo, ogni sabato si svolge un grandissimo mercato in cui si può trovare di tutto : fiori, vestiti, artigianato ed ogni terza domenica del mese il mercatino dell’antiquariato.

E cosa più importante dopo una lunga visita della città di Padova, il prato offre la possibilità di stendersi sull’erba o eventualmente sulle panchine apposite per riposarsi, riprendere fiato e

perché no? Giocare a pallone oppure una partita a carte!




CURIOSITA' INASPETTATA


Pensavate fosse finita qua?

Invece vi svelo un’altra piccola curiosità. Esiste un altro SENZA e questa volta parliamo del “Bue senza corna”, chiamato anche Bò.

A differenza di quanto appena scritto, questa volta con “Bò” non si intende il Bue, bensì il Palazzo del Bò, sede dell’Università degli Studi di Padova, dal 1530.

In questo luogo, già nel Trecento, sorgeva l’Hospitium Bovis, una locanda situata nella contrada delle beccherie in cui la macellazione e la vendita delle carni bovine era diffusa e la cui insegna era il Bucranio, ovvero il cranio di bue.


Quest’ultimo è tutt’ora simbolo dell’Università e portato come uno scettro nelle celebrazioni della Goliardia Universitaria di Padova.


Conoscevi questi segreti di Padova? Ti piacerebbe conoscere altre curiosità? Condividi quest'articolo per far conoscere a tutti queste curiosità insolite.

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